Asaf è presente su Netflix dal 28 novembre ed è stata proprio una bella scoperta, non è assolutamente la classica dizi che parla di amore tormentato con protagonisti assurdamente belli che alla fine, dopo innumerevoli traversie, riescono finalmente a vivere felici e contenti.
Asaf è un uomo comune che per vivere fa il tassista, un giorno come un altro viene tamponato e a sua volta colpisce il mezzo che gli sta di fronte, niente di grave, non fosse per il tizio che scende per controllare il danno, insomma si ha immediatamente la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato, pistola nella cintura, una quantità assurda di soldi che non esita a elargire al nostro Asaf per chiudere la questione. Lui accetta, peccato che non siano sufficienti.

Essendo una brava persona, accortosi dell’errore nell’aver accettato la mancia, si reca all’assicurazione per raccontare i fatti e ottenere di poter aggiustare la sua auto, ma, non avendo chiamato la polizia e di fatto avendo accettato i contanti, l’agenzia assicurativa nulla può.
Asaf ha una ex moglie e un figlio con problemi cardiaci le cui cure sono molto costose. Per risolvere la cosa, la donna, che al momento vive una nuova vita con un avvocato brutto e stronzo, decide di partire per la Germania, giammai, il tassista non può tollerare di non vedere più il bambino e quindi che fare?
Si reca dalla polizia e parla con il commissario Kemal raccontando la sua storia e anche di aver conosciuto l’uomo il cui autista l’ha pagato. Fermi tutti, il tipo, tale Nasuk è a capo della Payen Kuyern, una multinazionale con le mani in pasta in ogni dove, soprattutto in cose illegali e il poliziotto decide di usarlo per infiltrarsi nel giro. Dopo un po’ di tentennamenti, volente o nolente Asaf si trova dentro “il sistema” della Kuyern e qui inizia una storia pazzesca, fatta di intrighi, omicidi, e tante tante cose bruttissime come il traffico d’organi, il che di fatto paralizza la sanità turca dove chi beneficia delle cure migliori è soltanto il ricco e fanculo ai comuni mortali.
In un gioco fatto di flashback e eventi live scopriamo a poco a poco cosa sta combinando Asaf, che sorprendentemente ha un cervello che funziona discretamente bene.
Il problema è non sapere di chi fidarsi, chiunque può essere una talpa, chiunque può, giocando d’anticipo, rovinarlo in ogni modo possibile.
Non si può dire altro, Asaf è un thriller psicologico e come tale va guardato, qualsiasi cosa scrivessi sarebbe uno spoiler.
Mi è piaciuto davvero moltissimo, ti inchioda già da metà del primo episodio e non puoi non sapere come finisce, ma non è tanto quello, visto che si presume abbia un lieto fine, è il viaggio per arrivarci che più volte ti lascia perplesso, stupefatto, contrariato, commosso ecc. ecc. insomma vale la pena guardarlo.
Asaf è interpretato da Cihangir Ceyan che è davvero un uomo comune, una persona normalissima che si trova a vivere una situazione surreale che lo costringe a guardarsi dentro e quello che trova lo lascia sconcertato; anche noi abbiamo la stessa reazione soprattutto quando con il proseguo della trama realizziamo come riesca a mantenere saldi i suoi valori di vita e a non farsi trascinare nel lato oscuro… siamo sicuri?

Beh guardatelo, lo so, l’ho già detto, forse non è un capolavoro ma considerando da che paese arriva ti lascia davvero senza parole.


Che dire di me? Amo più le serie TV dei film, perché? I film durano pochi minuti, i telefilm ti danno la possibilità di conoscere i personaggi fino a considerarli amici. Sono impacciata, sfigata e decisamente il mio angelo custode è partito per Bora Bora e lì è rimasto. Mi piacciono quasi tutti i generi, ultimamente ho scoperto che la Turchia è la terra dei sogni, ma... il primo amore restano gli States. Comunque, nel dubbio, il mio gatto da ottimi consigli su cosa guardare oppure no, animale saggio!