Prime video, dopo il successo di Reacher, ha deciso di raccontare ai suoi abbonati un altro personaggio letterario: Alex Cross. Nato dalla penna del prolifico James Patterson, il nostro detective ha un acuto intelletto e un dottorato di ricerca in psicologia, oltre a una vita parecchio sfortunata.
Lo conosciamo mentre mette al suo posto un suprematista bianco durante un brevissimo interrogatorio nel quale sfoggia tutta la sua arrogante arguzia: pochi minuti che caratterizzano immediatamente un personaggio affascinante e ricco di colore.
Aldis Hodge, che ha interpretato Hawkman in Black Adam (2022), continua a sembrare un supereroe anche nei panni di Cross, amplificando la fisicità del personaggio precedentemente interpretato da Tyler Perry (2012) e Morgan Freeman (1997). Costruito come un sollevatore di pesi, questo Alex Cross si mantiene in forma grazie alla boxe, ma risolve i crimini con l’intelletto, tenendo sempre a mente che è un uomo di colore che lavora in un sistema che spesso lo sottovaluta.
La moglie, Maria, è stata assassinata un anno prima, lasciando lui e la sua famiglia in una situazione di grande fragilità, causata soprattutto dal suo rifiuto ad affrontare la perdita. Questa complessa rappresentazione di Cross come uomo di famiglia e detective è immediatamente coinvolgente, perchè rende il personaggio principale riconoscibile mentre lotta per bilanciare un lavoro che richiede tutto il suo tempo e la sua attenzione, con la vita domestica provata dalla sofferenza.
Gli spettatori vengono introdotti alla vita professionale di Alex attraverso un caso che riguarda l’omicidio di un attivista di Black Lives Matter, la cui morte solleva interrogativi sul coinvolgimento della polizia. Cross sospetta un gioco scorretto a causa delle pressioni del suo capo affinché lo etichetti come overdose e vada avanti ma, mentre indaga, scopre una serie di omicidi che sembrano essere opera di un serial killer. Deve quindi correre per impedire ulteriori vittime, mettendo in pericolo la sua famiglia, la sua reputazione e la sua intera carriera.
La prima cosa che ho pensato guardando Alex Cross è stata che si vede quando un personaggio nasce da un libro o un fumetto: che sia Reacher, One Piece o The Walking Dead, la costruzione che c’è dietro è qualcosa di vivo, ricco di profondità e passione. Credo sia una caratteristica che si vede raramente nelle storie nate direttamente per lo schermo.
Altro punto di forza, e spero con tutto il cuore di non venire fraintesa o offendere involontariamente qualcuno, è il rapporto trama-volgarità. Per quanto ci siano vari momenti tutt’altro che delicati, questa serie si discosta dallo stile che recentemente caratterizza film e serie che hanno come protagonisti assoluti persone di colore e le loro cerchie, come per esempio Reasonable Doubt, che vengono infarciti all’estremo di sesso trucido, turpiloquio e via dicendo. Come si suol dire, c’è un tempo e un luogo, quindi se ti sparano sei liberissimo di dire parolacce; un po’ meno se stai cucinando una crostata (e se non l’hai bruciata, soprattutto).
Insomma, gran bella serie, contenuti molto forti, trama importante e ottimi protagonisti.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.